RSPP interno o esterno? Ecco cosa c’è da sapere

Se parliamo di servizio di prevenzione e protezione nei luoghi di lavoro, non si può che fare riferimento alla figura del RSPP.

Chi è l'RSPP e cosa fa?

Il ruolo del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) è di vitale importanza all’interno di un’azienda, poiché contribuisce in modo significativo a garantire la sicurezza sul lavoro.

Le responsabilità principali del RSPP aziendale includono l’identificazione dei pericoli nei luoghi di lavoro e la valutazione del rischio, classificandoli e definendo le priorità di intervento. Inoltre, è incaricato di individuare misure preventive per garantire la sicurezza e la salute dei lavoratori, promuovere programmi di formazione e informazione e collaborare con il Datore di Lavoro, insomma è il promotore delle iniziative di prevenzione aziendali.

È richiesta inoltre la sua partecipazione alle riunioni periodiche previste dalla normativa vigente, e indispensabile sarà un confronto periodico e attivo con il Datore di lavoro, con i dirigenti e gli attori della prevenzione al fine di monitorare sistematicamente lo stato di avanzamento del piano di miglioramento, previsto dal documento di valutazione dei rischi.

Un buon RSPP, pertanto, verifica nel tempo che le misure intraprese siano:

  • adeguate all’organizzazione e se necessario formalizzate in procedure scritte
  • rispettate e quindi attuabili dagli operatori
  • migliorate nel tempo

Inoltre, complicità e la stima reciproca tra RSPP e DDL sono fattori che non devono mancare per un corretto svolgimento della mansione, perciò, tale incarico, interno o esterno che sia è fondamentale abbia continuità in modo da consolidare tale aspetto.

Importante specificare, sulla base anche di numerose sentenze della Cassazione, che il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione, non ha mai compiti organizzativi ma bensì consulenziali indipendentemente che sia interno o esterno all’organizzazione; perciò, un datore di lavoro non potrà mai aspettarsi che un RSPP svolga ruoli decisionali o di verifica, tipico rispettivamente dei dirigenti e dei preposti.

Giuridicamente, il RSPP non avendo un ruolo operativo non è sanzionabile ai sensi del Testo Unico della Sicurezza sul Lavoro, ma ovviamente risponde di colpa specifica qualora la sua consulenza conduca il datore di lavoro in scelte sbagliate.

I requisiti

L’individuazione e la successiva nomina del RSPP è una scelta molto importante per il legislatore italiano ed europeo, a tal punto da rendere tale scelta indelegabile insieme alla valutazione del rischio.

La legge definisce con Art. 32, i requisiti di competenza per ricoprire il ruolo di RSPP (e dei suoi addetti, come ASPP, ove necessari) e in particolare la sua qualifica professionale:

  • Titolo di studio in istruzione secondaria
  • Abilitazione mediante specifici corsi di formazione (il più recente l’accordo stato regioni 2016)

È evidente come tali requisiti sono condizione necessaria ma non sufficiente nella selezione della figura.

RSPP interno o esterno? Facciamo chiarezza

Partiamo dalle basi, come citato in precedenza la scelta di tale figura è indelegabile, spetta al Datore di lavoro individuare ed incaricare un soggetto a ricoprire questo ruolo.

La figura del RSPP può essere interna all’azienda, in questo caso sarà un incarico svolto da un dipendente dell’impresa, che attraverso la giusta formazione acquisirà le competenze necessarie per poter svolgere questa attività.

I casi in cui il RSPP dev’essere interno all’azienda, ai sensi Art. 31 del Testo Unico della Sicurezza, sono:

  1. Nelle aziende a rischio di incidente rilevante;
  2. Nelle centrali termoelettriche;
  3. Nelle aziende che gestiscono esplosivi;
  4. Nelle aziende industriali con oltre 200 lavoratori;
  5. Nelle aziende di estrazione oltre 50 lavoratori;
  6. Nelle aziende sanitarie e di ricovero oltre 50 lavoratori.

Diversamente, questo ruolo può essere ricoperto da una figura professionale esterna all’azienda, scelta e incaricata sempre dal datore di lavoro.

Esistono inoltre, situazioni specificate dalla legge, in cui il ruolo di RSPP può essere ricoperto direttamente dal datore di lavoro stesso, i casi in cui può accadere ciò sono i seguenti:

  1. Aziende artigiane e industriali (ad esclusione a rischio rilevante), fino a 30 dipendenti;
  2. Aziende agricole e zootecniche, fino a 30 dipendenti;
  3. Aziende della pesca, fino a 20 dipendenti;
  4. Altre aziende, fino a 200 dipendenti.

Differenze tra RSPP interno ed esterno

Esistono dunque alcune differenze che in molti casi fungono da movente all’azienda nella scelta della figura interna o esterna; queste differenze NON sono dal punto di vista della formazione, ne tantomeno delle responsabilità, ma sono differenze prettamente legate all’esperienza, alla familiarità con l’azienda e alla predisposizione più o meno sviluppata ad individuare rischi e soluzioni sulla base di fattori slegati dalla figura stessa.

Tuttavia, nominare un RSPP esterno può presentare diversi vantaggi, ad esempio una maggiore esperienza sul campo, una predisposizione maggiore ad individuare rischi e situazioni di pericolo in quanto essendo un professionista si avvale di un “occhio più allenato”.

Un RSPP esterno sarà in grado di individuare tempestivamente e proporre interventi in base alla gravità, offrendo un supporto continuo al Datore di Lavoro in materia di sicurezza, avvalendosi di tutte le dinamiche osservate in altre realtà aziendali per offrire soluzioni ad hoc a seconda della tipologia di azienda.

Inoltre, un RSPP esterno è auspicabile che sia dotato di un suo spazio all’interno dell’azienda, una scrivania, un computer, un’e-mail, e che operi con sistematicità nei processi aziendali.

In conclusione, se il datore di lavoro decide di avvalersi di un professionista esterno è indispensabile esplicitare in sede di contratto, o nella nomina, le specifiche che garantiscano al datore di lavoro di poter dimostrare l’oculatezza della propria scelta.

Tale aspetto assume una duplice valenza sia in caso di accertamento delle autorità preposte ai controlli, ma soprattutto per governare questo insidioso rischio di impresa.

Il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione interno, si avvale, oltre di un’adeguata formazione e competenza necessaria per svolgere tale ruolo, anche di una notevole familiarità con l’azienda, infatti la sua continua presenza all’interno dei

processi aziendali, e la sua abitudine a visionare specifiche dinamiche, lo porta a conoscere in maniera diretta le situazioni di possibile rischio che si presentano nell’azienda.

La presenza di un RSPP interno, inoltre, favorirà le relazioni con i dipendenti e le unità operative, agevolando la comunicazione e la gestione delle pratiche di sicurezza sul luogo di lavoro.

Un altro aspetto da considerare è quello economico, a lungo termine infatti, disporre di un RSPP interno può dimostrarsi più vantaggioso, eliminando la necessità di oneri finanziari aggiuntivi per consulenze esterne.

Conclusioni

Il RSPP rappresenta, per il datore di lavoro, un’importante opportunità tecnico- consulenziale, la cui legge prevede per supporto continuo nel difficile compito di rendere l’azienda sicura, in un rapporto strettamente fiduciale. Pertanto, tale figura dev’essere strategicamente selezionata e non vissuta come un obbligo legislativo.

Il Datore di Lavoro può scegliere il RSPP che ritiene più adeguato, che sia interno o esterno, purché tale incarico sia attentamente vagliato sia in termini di competenze e adeguato alla complessità aziendale.

Ricorda, che Il tecnico della prevenzione competente è la base ideale su cui investire (è stato recentemente introdotto anche un percorso di laurea specifico), ma un RSPP che si rispetti deve soprattutto essere un consulente in grado di incardinarsi e coinvolgere l’organizzazione in un cambiamento culturale volto a rendere i processi aziendali più sicuri senza ridurre le performance dell’organizzazione.

Per coloro che desiderano diventare RSPP esterni e contribuire alla sicurezza nei luoghi di lavoro, è prevista la frequentazione di corsi di formazione specifici (accordo stato regioni del 2016) per acquisire le competenze necessarie e avviare una carriera professionale in questo settore.

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