Rifiuti urbani e TARI: si avvicina la scadenza per le comunicazioni (30 giugno)
Si sta avvicinando il 30 giugno, e per molte aziende si avvicina il termine ultimo entro cui comunicare al Comune se intendono affidare i propri rifiuti urbani ad operatori privati, oppure al gestore del servizio pubblico. Si tratta di una scelta importante, che avrà effetto a partire dal 1° gennaio 2025 per una durata complessiva di due anni.
Grazie al nuovo quadro legislativo, infatti, le imprese ora possono ricorrere al mercato privato, a condizione però che l’azienda possa dimostrare l’effettivo avvio a recupero dei rifiuti urbani mediante apposita documentazione. Se anche la tua impresa gestisce parte dei rifiuti tramite operatori privati, continua a leggere l’articolo per saperne di più!
Un passo indietro: le novità introdotte dal D.lgs 116/2020
Negli ultimi anni, ci sono stati importanti cambiamenti in materia di conferimento dei rifiuti urbani. La novità più significativa è costituita dal D.lgs. 116 del 2020, che ha apportato modifiche decisive al precedente Testo Unico sull’Ambiente (D.lgs. 152/2006), intervenendo in particolare su due punti:
1) L’estensione della definizione di rifiuti urbani (art.183), nei quali sono stati ricompresi anche i rifiuti indifferenziati e da raccolta differenziata provenienti da altre fonti (cioè, non domestici) che sono simili per natura e composizione ai rifiuti domestici indicati nell’allegato L-quater prodotti dalle attività riportate nell’allegato L-quinquies;
2) L’introduzione della possibilità per le utenze non domestiche di affidare i propri rifiuti urbani ad operatori privati, previa dimostrazione di averli avviati al recupero mediante attestazione rilasciata dal soggetto che effettua l’attività di recupero dei rifiuti stessi.
La possibilità per le aziende di conferire i rifiuti urbani al di fuori del servizio pubblico ha rappresentato una vera e propria novità legislativa, che ha portato con sé numerose implicazioni e conseguenze.
Le aziende coinvolte nella comunicazione
Non tutte le aziende sono tenute a presentare la comunicazione: le imprese che intendono conferire tutti i rifiuti urbani tramite il servizio pubblico, infatti, non hanno bisogno di inviare alcuna comunicazione al Comune o al gestore del servizio pubblico.
In tal caso, tuttavia, l’azienda non avrà diritto a nessuna riduzione della TARI. La mancata comunicazione non comporta dunque sanzioni, ma potrebbe precludere la possibilità di ottenere l’esclusione o la riduzione della quota variabile della TARI, se l’azienda decidesse in seguito di richiedere delle riduzioni per recupero di rifiuti urbani con operatori privati.
Sono invece interessate dalla comunicazione le imprese che:
1- decidono di conferire tutti i rifiuti urbani prodotti ad operatori privati: l’azienda potrà richiedere l’esenzione totale dalla quota variabile TARI, mentre continuerà a pagare la quota fissa. L’esenzione totale dalla quota variabile spesso comporta una notevole diminuzione dell’importo della TARI. Ricordiamo che la fuoriuscita totale dal servizio pubblico di raccolta rifiuti comporta sia la rimozione di tutti i cassonetti forniti dal Comune/Ente, sia l’obbligo di gestione di tutti i rifiuti prodotti (anche la frazione organico e indifferenziata) con operatori privati;
2- decidono di conferire una parte dei rifiuti urbani prodotti ad operatori privati, e la parte restante al servizio pubblico: l’azienda potrà richiedere una riduzione percentuale della quota variabile TARI. Continuerà quindi a pagare la quota fissa, che rimarrà invariata, e otterrà una diminuzione della sola componente della quota variabile. Così facendo, l’azienda potrà continuare a utilizzare il servizio di raccolta pubblica per una parte di rifiuti (ad esempio frazione organico e indifferenziata), mentre i rifiuti gestiti privatamente non potranno più essere ritirati dal Comune/Ente, ma dovranno essere avviati a recupero solo tramite operatori privati.
La durata della comunicazione
Si è detto che la presente comunicazione avrà una durata biennale, con effetti a partire dal 1°gennaio 2025 e fino al 31 dicembre 2026. Questo vincolo temporale non significa che l’azienda deve legarsi ad un singolo operatore privato: nel corso dei due anni, si potrà cambiare operatore in relazione all’andamento del mercato.
E se invece l’impresa intendesse tornare al servizio pubblico prima della scadenza dei due anni (31 dicembre 2026)? Questa scelta è possibile, ma subordinata alla volontà del gestore del servizio pubblico, che può dunque scegliere se riprendere o meno l’erogazione del servizio.
La mancata dichiarazione entro il 30 giugno
La mancata comunicazione al Comune entro il 30 giugno non comporta alcun tipo di sanzione, ma potrebbe precludere la possibilità di ottenere l’esclusione ovvero la riduzione della quota variabile TARI.
Pertanto, se l’impresa ha in programma la diminuzione di questa quota di TARI, deve valutare in tempi brevi la possibilità di conferire tramite operatori privati almeno una parte dei rifiuti urbani che produce.
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(In copertina, rielaborazione di un’immagine da Freepik)